Novità del Codice Appalti 2023

Il modo di gestire gli appalti pubblici subirà importanti cambiamenti a seguito dell’introduzione del Nuovo Codice Appalti 2023.

La normativa dlgs 36/2023 prevede diverse modifiche significative che andranno ad influire sulla gestione dell’edilizia pubblica da parte delle stazioni appaltanti. Di seguito, sono elencate alcune delle modifiche più rilevanti.


Quando entra in vigore il nuovo Codice Appalti 2023?
Il Nuovo Codice Appalti, noto anche come dlgs 36/2023, è stato introdotto il 1° aprile 2023, come richiesto dalla Commissione europea per l’attuazione del Pnrr.

Nonostante la pubblicazione del decreto legge nella Gazzetta Ufficiale, le sue disposizioni e i relativi allegati non entreranno in vigore fino al 1° luglio 2023. Ciò significa che tutti i bandi pubblicati prima di tale data continueranno ad essere regolati dalle vecchie disposizioni normative previste dal dlgs 50/2016.


Quali sono le principali modifiche al Codice degli Appalti?
Il recente Codice degli Appalti incorpora le eccezioni adottate nel corso della pandemia Covid-19 – come il decreto semplificazioni o dl 76/2020 – al fine di accelerare l’assegnazione degli appalti. Inoltre, ufficializza le nuove soglie per l’affidamento diretto e le procedure negoziate.


Nuove soglie di importi degli appalti pubblici
Il Codice degli Appalti è stato modificato con nuove soglie di importo per le procedure sottosoglia.

  • A partire dal 1° luglio, le opere fino a 150mila euro o i servizi e forniture fino a 140mila euro possono essere affidati direttamente, senza l’obbligo di consultare più operatori economici, ma rispettando i principi generali.
  • Per i lavori con importo compreso tra 150mila euro e 1 milione di euro non è necessario pubblicare un bando, ma è richiesta una procedura negoziata, dopo la consultazione di almeno 5 operatori economici.
  • Per i cantieri pubblici con importo compreso tra 1 milione di euro e la soglia comunitaria di 5,3 milioni di euro, il nuovo Codice Appalti consente di procedere senza bando, ma solo dopo aver consultato almeno 10 operatori economici.

Questa liberalizzazione degli appalti pubblici è stata introdotta per agevolare l’apertura di nuovi cantieri.


Il nuovo ruolo del Rup
Il codice degli appalti ha subito alcune modifiche, tra cui la ridefinizione del ruolo del Responsabile unico del progetto, conosciuto come Rup. In passato, il Rup era il solo responsabile dell’intero procedimento, mentre oggi la sua figura subirà una riduzione delle responsabilità.


Digitalizzazione del cantiere
Il Codice degli Appalti si concentra sull’incremento del ruolo delle piattaforme digitali, in particolare attraverso la creazione di una banca dati contenente le informazioni sulle imprese, considerata come una sorta di carta di identità digitale, prevista per gennaio 2024. Inoltre, l’articolo 109 del Codice prevede che l’ANAC istituisca un sistema di monitoraggio delle prestazioni delle imprese mediante un sistema digitale.

Il nuovo Codice Appalti mantiene l’obbligo dell’utilizzo del BIM (Building Information Modeling), già definito dal dm 560/2017 e dal dm 312/2021, e a partire dal 1° gennaio 2024, tale sistema dovrà essere utilizzato per la progettazione e la realizzazione di tutte le opere di nuova costruzione, nonché per gli interventi sulle costruzioni esistenti di importo a base di gara superiore a 1 milione di euro.


Subappalto a cascata e concessioni
Il legislatore italiano in materia di appalti pubblici si adegua alla normativa europea introducendo il subappalto a cascata, e lasciando alla discrezione delle stazioni appaltanti la scelta di utilizzarlo o meno.

Inoltre, il nuovo Codice degli Appalti prevede l’obbligo per i concessionari di cantieri senza gara di appaltare a terzi tra il 50% e il 60% dei lavori, servizi e forniture. Tuttavia, tale obbligo non si applica ai cantieri del settore ferrovie, aeroporti, gas e luce.


Tutela del Made in Italy
Il nuovo Codice degli Appalti prevede l’introduzione di un nuovo criterio premiale finalizzato alla tutela del “Made in Italy”. In sostanza, le stazioni appaltanti riceveranno un punteggio maggiore se utilizzeranno prodotti provenienti dall’Italia o dai paesi dell’Unione Europea.


Revisione obbligatoria dei prezzi
Tra le nuove disposizioni del Codice degli Appalti, si prevede l’obbligatorietà di inserire nei contratti pubblici la clausola di revisione dei prezzi. Nel caso di variazioni dei costi superiori al 5% dell’importo complessivo, tale clausola sarà attivata automaticamente. La compensazione prevista coprirà l’80% della variazione e sarà calcolata in base agli indici sintetici Istat.

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